L’importanza dell’educazione emotiva nelle scuole
Spesso si può riscontrare una certa diffidenza negli insegnanti riguardo al tema delle emozioni. Molti, infatti, pensano che non sia un argomento di loro competenza, ma che siano i genitori a doversene occupare. “Il mio compito è quello di trasmettere la passione per la mia disciplina.” – dicono. In un certo senso è così, eppure è riduttivo pensare che gli insegnanti si limitino a trasmettere delle nozioni, dal momento che essi interagiscono ogni giorno con i loro allievi. Parlare di emozioni è facile e difficile allo stesso tempo, tuttavia alcuni esperti possono aiutarci a comprendere l’importanza dell’educazione emotiva e la necessità di inserirla nei programmi scolastici. Le interviste a un esperto in psicologia dell’educazione – Sian Templeton dell’Università del Gloucestershire, e una preside, Laura Bonelli, di Viterbo (Italia) – possono fornirci delle informazioni più precise a supporto di questa tesi.
L’educazione emotiva: il punto di vista di un esperto in psicologia dell’educazione
Nome e cognome: Sian Templeton
Professione: Psicologa dell’educazione
Paese: UK
L’educazione emotiva nelle scuole: l’opinione di una preside
Nome e cognome Laura Bonelli
Professione: Preside
Paese: Italia
La Didattica delle Emozioni: una breve introduzione
La Didattica delle Emozioni è l’approccio e la metodologia utilizzata per promuovere l’educazione emotiva all’interno dle progetto EUMOSCHOOL. Per capire cos’è, come è nata e come funziona, presentiamo un’intervista con i suoi ideatori e principali promotori: i fondatori dell’Emotional Training Centre.
Nome e cognome Rosanna Schiralli
Professione: psicologa, psicoterapeuta, scrittrice e ricercatrice
Paese: Italia
Nome e cognome Ulisse Mariani
Professione: psicologo, psicoterapeuta, scrittore e ricercatore
Paese: Italia
La Didattica delle Emozioni in breve
Format educativo di nuova generazione orientato alla promozione del benessere in classe e alla prevenzione del disagio dei bambini e dei ragazzi con particolare riferimento a quelli caratterizzati da dipendenza patologica. Fa parte delle pratiche di prevenzione precoce e si basa sull’assunto scientifico che una buona padronanza del proprio mondo emotivo costituisce un ottimo fattore di protezione. Il format risponde alle linee guida raccomandate dall’Organizzazione mondiale della sanità ed è stato testato su un campione di alunni molto vasto.
(Schiralli R., Mariani, U 2006)